Tornare a sentire quel profumo, quel sapore, che ci riporta indietro nel tempo e che ci fa sentire a casa ovunque noi siamo.

giovedì 26 settembre 2013

Cupcakes al cioccolato bianco e lamponi e... la Cupcakes Cityguide


Queste tortine, così piccole da stare dentro una "tazza", sono veramente piccoli lussi per il palato.
Ormai famosissime, deliziose sia nell'aspetto che nel sapore, suscitano interessi nel campo della pasticceria e persino anche in quello della moda.
Moda e cupcakes cosa li unisce?
L'amore per le forme sinuose, per l'aspetto estetico curato, così piccoli e preziosi, quasi come un gioiello che completa un bel vestito, così un cupcake può rendere unico un pomeriggio passato con le amiche.
Girovagando nel web ho trovato questo sito di moda e vendita online: Stylight ,dove vi consiglio di fare un giretto ci sono cose fantastiche, e ci sono anche i cupcakes.
Stylight ha creato una Cupcake Cityguide  quindi, se passeggiando in alcune bellissime città come Bari, Firenze, Milano... all'improvviso  vi venisse  voglia di una pausa dolce e peccaminosa, consultate pure la guida e  potrete così  gustare il vostro cupcake preferito.
In attesa di andare in queste meravigliose pasticcerie vi dò la ricetta dei miei cupcakes

Cupcakes al cioccolato bianco e lamponi

Riscaldate il forno a 180° e preparate la teglia disponendo i pirottini.
Ingredienti: per 12 tortine:
(io come pirottini ho usato delle cialde per gelato)
  • 185 gr. di burro pomata
  • 170 gr. di zucchero semolato fine
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 3 uova intere
  • 125 gr. di farina autolievitante
  • 30 gr. di farina 00
  • 125 gr. di latte
  • 100 gr. di cioccolato bianco spezzettato
  • 150 gr. di lamponi 
    Per decorare panna e lamponi.

    Procedimento:

    Mescolare con le fruste  elettriche lo zucchero con il burro e la vaniglia, sino ad ottenere un composto soffice e cremoso.
    Unire le uova uno alla volta, sbattendo bene prima di unire il successivo.
    Setacciare le farine e inserirle nell'impasto alternandole al latte e al cioccolato.

    Distribuire un cucchiaio del composto nei pirottini o cialde, poi mettiamo 2-3 lamponi e copriamo con il resto dell'impasto, riempiendo circa i 3/4 del pirottino.




    (Lasciate qualche lampone per la decorazione).

    Infornare per circa 20-25 min.,  comunque controllate sempre  la cottura con lo stecchino.
    Lasciamoli raffreddare completamente sopra ad una griglia.

    Una volta freddi non ci resta che guarnirli con un ciuffetto di panna e un goloso lampone.



      lunedì 23 settembre 2013

      Pane polare o tunnbrod in versione "Total Black" per il Bake the world



      Ma quante forme e tipi di pane esistono? 

      Non credo sia possibile  rispondere a questa domanda.
      Grazie al Bake the World ho scoperto il pane polare svedese o Tunnbröd, praticamente per aspetto assomiglia alla nostra  piadina,sta bene sia con il dolce che con il salato.
      Mi si è presentata l'occasione di provarlo e che mi potevo tirare indietro?
      Ho cercato di seguire la ricetta originale, ma poi mi si è accesa una lampadina e non ho potuto fare altro che seguire il mio istinto, così ho apportato un po' di modifiche ed è nato il 
      Pane polare o tunnbrod total black a modo mio.
      L'idea era quella di  gustarlo con del salmone affumicato come da tradizione svedese; avevo voglia di creare dei contrasti di colore: c'èrano il rosa del salmone, il bianco della panna acida, il verde dell'insalata, mancava il nero...e così ho leggermente modificato la ricetta ed ho aggiunto del nero di seppia.
      Mi sento molto generosa e vi metterò la ricetta originale con in rosso le mie modifiche.

      Ingredienti per 10 pani
      • 300 gr. di farina 0
      • 150 gr. farina segale
      • 1 bustina di lievito di birra secco 7 gr
      • 200 gr. di acqua tiepida ( 170 gr.)
      • 2 cucchiai di miele
      • 4 cucchiai di yogurt greco compatto
      • 1 cucchiaio di semi di finocchio o anice a piacere (io non ho messo i semi ma 8 gr. di nero di seppia)
      • 1 cucchiaino di sale fino
      Procedimento:
      setaccio le farine, aggiungo il sale e faccio partire l'impastatrice o mescolo con una frusta a mano, poi unisco il lievito secco, il miele e continuo a mescolare. Aggiungo ora i 3/4 dell'acqua , quando l'impasto inizia a prendere forma unisco un po' per volta lo yogurt, poi l'acqua rimasta ( e nel mio caso anche il nero di seppia), continuo ad impastare sino ad avere una massa morbida e leggermente appiccicosa.

       





      Avvolgo a palla e metto in una ciotola coperta...



      e lascio riposare 1 ora al caldo.













      Se non ho tempo posso trasferire l'impasto subito in frigo sino al giorno dopo, in questo caso diminuirò drasticamente la quantità di lievito di birra.






      Trascorsa l'ora riprendo l'impasto e lo divido in 10 parti e formo le palline.











      Le stendiamo ad uno spessore di 3-5 mm e con una forchetta, o buca sfoglia, bucherelliamo bene bene.

      Scaldiamo una padella antiaderente e cuociamo il nostro pane 2 min per lato, man mano che è pronto lo mettiamo in un canovaccio per mantenerlo caldo.
      Potete farcirlo come più vi piace, io ho usato del salmone affumicato, panna acida, pepe e insalatina verde.



      Poi mi  è venuto in mente di fare anche dei rotolini,


      avvolgere nella pellicola stringendo bene bene e poi trasferirli in frigo, dopo circa 1 ora li ho tagliati a rondelle e servito come stuzzichino finger food.

      Sicuramente ho stravolto la vera origine di questo pane....a me è piaciuto e se l'idea vi stuzzica perché  non provarlo?

      Con questa preparazione partecipo anche alla raccolta  di Panissimo una bellissima iniziativa ideata da Sandra e Barbara.





      giovedì 19 settembre 2013

      Dop e Igp questi "sconosciuti"....in collaborazione con Isit per " la migliore ricetta a base di salumi DOP/IGP".

      DOP, IGP, STG....ma quanto ne sappiamo?
      Ho l'occasione di scrivere questo post grazie alla mia collaborazione con l'istituto ISIT: Istituto Salumi Italiani Tutelati; il mio blog, insieme a quello di tanti altri amici, fa parte di una simpatica, e credetemi gustosa, iniziativa :"la migliore ricetta a base di salumi DOP/IGP".
      L'Isit nasce nel 1999 con lo scopo di tutelare, promuovere e valorizzare la salumeria italiana che tutto il modo ci invidia, al momento è composto da 15 consorzi che rappresentano 20 dei 37 prodotti con riconoscimento DOP e IGP.

      Quante volte davanti al bancone dei salumi siamo indecisi su cosa acquistare?

      C'è il prodotto locale, magari marchiato Dop o Igp, forse un pò più caro ed esteticamente non molto bellino, e poi quello della grande distribuizione, sempre uguale, che non cambia mai, che non riserva sorprese... a parte il fatto che non mi permetto assolutamente di giudicare le vostre scelte, ma conoscete la differenza?
      Dietro un prodotto locale c'è molto...richiama la  terra di produzione, le sue tradizioni, la sua gente, esprime l'essere di chi l'ha creato, manipolato; la sua bontà, la sua unicità dipendono dalle caratteristiche naturali quali clima, territorio;  dalle risorge genetiche e dall'intervento dell'uomo.
      Infatti la tradizione alimentare italiana è conosciuta in tutto il mondo, spesso i nostri prodotti vengono imitati o addirittura contraffatti, "Parmesan" vi dice nulla?
      Proprio grazie alle categorie DOP, IGP e STG i nostri prodotti vengono tutelati e difesi sui mercati internazionali dove la globalizzazione regna sovrana.
      Grazie ad una normativa comunitaria (regolamento C.e. n. 510/2006) si possono attribuire agli alimenti queste caratterizzazioni:
      • DENOMINAZIONE ORIGINE PROTETTA (DOP)
      • INDICAZIONE GEOGRAFICA PROTETTA(IGP)
      • SPECIALITA' TRADIZIONALEGARANTITA(STG)
      oltre a questi troviamo marchi regionali ( ad esempio noi nelle Marche abbiamo QM ) ed altri molto conosciuti come ad esempio il  PRESIDIO SLOWFOOD, sono tutte sigle che ci aiutano ad orientarci.
      Ma in parole povere cosa stanno ad indicare?

      Iniziamo con la DOP:


      "Si tratta di un alimento prodotto e trasformato in un'area geografica delimitata, la cui qualità o le cui caratteristiche siano dovute essenzialmente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori naturali ed umani"


      Ciò significa che il marchio Dop protegge l'intera filiera : produzione, trasformazione ed elaborazione del prodotto.





      IGP:

      anche per l'igp viene riconosciuto che un'area geografica delimitata determina la qualità e le caratteristiche del prodotto.
      La differenza fondamentale con un prodotto Dop è che è sufficiente che almeno una delle fasi (produzione, trasformazione, elaborazione) avvengano nell'area stessa ( nel caso della Dop invece tutte le fasi devono avvenire nella stessa zona geografica).


      STG:

      con questa sigla si identificano i prodotti agroalimentari non legati specificatamente ad un territorio delimitato, che si caratterizzano per il metodo di produzione tipico tradizionale.

      I produttori che vogliono usufruire di questi marchi devono rispettare le regole scritte nel Disciplinare di produzione che è approvato dal Ministero delle Politiche Agricole e dalla Commissione Europea.
      Lo scopo è quello di fornire:
      • al produttore una guida per la realizzazione del prodotto
      • al consumatore un prodotto di eccellenza
      Per rendere la cosa ancora più pratica e reale vi illustrerò brevemente le regole che i produttori devono rispettare per ottenere la certificazione, in particolar modo vi parlerò dei due prodotti che mi sono stati inviati e che utilizzerò per preparare alcune ricette:
      PANCETTA DI CALABRIA
      SALAME PIACENTINO

      Per quanto riguarda il disciplinare di produzione della Pancetta Calabra vedrete che nulla è lasciato al caso:
      • la carne utilizzata per la produzione deve provenire da suini allevati nella regione Calabria, la loro alimentazione è controllata, il loro peso alla macellazione stabilito,
      • viene indicata la parte anatomica da cui sarà ricavata (sottocostato inferiore)
      • la salatura deve durare da 4 ad 8 giorni,poi viene lavata e  nella preparazione del salume sono ammessi solo ingredienti naturali quali sale, pepe nero e pepe rosso,
      • la stagionatura dura 30 giorni,
      • il prodotto finito deve avere una forma rettangolare con uno spessore tra i 3-4 cm,
      • colore esterno rosso dato dal peperoncino.
       Lo stesso trattamento per il Salame piacentino:
      • come per la pancetta sono controllate la provenienza delle carni, l'alimentazione, il peso , l'età di macellazione,
      • anche l'altitudine delle zone in cui avviene la lavorazione è decisa,
      • precisa è la percentuale di grasso all'interno del salume,
      • addirittura è previsto il diametro dei fori del tritacarne,
      • rigida la lista degli ingredienti,
      • il budello per insaccatura deve essere di origine suina,
      • ecc.ecc
      Vi sarete resi conto di quanti controlli e attenzioni vengono riversati su tali prodotti.

      Questo post non ha la pretesa di aprirvi gli occhi, ma spero che in qualche modo le mie semplici parole siano servite a darvi maggiore consapevolezza riguardo a sigle, spesso note, ma che poi in pratica si conoscono poco.
      Un doveroso ringraziamento lo devo al mio  docente Riccardo Pellegrini, durante il corso di Operatore turistico dei prodotti agroalimentari che ho frequentato, mi ha fornito dati e notizie che qui ho riportato.
      Altro doveroso e caloroso ringraziamento all'Isit che mi ha permesso di partecipare a questa iniziativa.



      A presto con le ricetta a base di salumi Dop:

      giovedì 12 settembre 2013

      Pane ai sapori antichi cotto nel coccio




      Un po' di tempo fa, in un negozio sfizioso di frutta e verdura, ho trovato alcune confezioni di farina del Mulino Marino, presa dall'euforia ho acquistato  tutti i tipi che avevano, peccato fossero solo due o forse per fortuna...
      Insomma, per questo pane ho usato la farina  bio "Sapori Antichi" ,già il nome è tutto un programma, si tratta di un mix di farine: farro, enkir, kamut e segale.
      Non sapevo decidermi su quale ricetta fare per permettere a questa/e farina/e di dare il meglio di sé...poi complice un  bellissimo "coccio" regalo della mia cara amica Elisabetta, il lievito madre bello pimpante e un po' di semini da consumare, ed ecco che vi presento:

      Pane ai "Sapori Antichi" cotto nel coccio

      Una piccola premessa per quanto riguarda il "coccio":
      quello che vedete in foto, come vi ho già detto è stato un bellissimo regalo, realizzato a mano da un abile artigiano qui nelle Marche, questo contenitore in passato veniva usato per cuocere la famosa "Pizza di formaggio".
      Non so se potete trovare un articolo del genere, però vi metto il link di una ricetta di Annamaria, che ha usato per fare il suo pane dei normali vasi di terracotta, qui potete trovare tutte le indicazioni necessarie per poterli usare.

      Ingredienti:
      dose per 2 pani da mettere nel "coccio" che ha queste  dimensioni : 11 cm di altezza e 15 cm di diametro.
      • 500 gr. di farina "Sapori Antichi"
      • 150 gr. di latte
      • 150 gr. di acqua
      • 175 gr. di lievito madre rinfrescato
      • 12 gr si sale
      • 10 gr. di semi di sesamo
      • 10 gr. di semi di lino
      • 10 gr. di semi di zucca
      •  40 gr. di olio
      • 1 tuorlo per spennellare con un po' di latte
      • semi per la superficie
      Procedimento:
      Setacciate la farina e unite i semini.
      Sciogliere il lievito madre nel latte, sciogliere bene, si deve formare una "pappetta".
      Iniziamo aggiungendo un pò di farina e l'acqua...prima di finire la farina mettiamo il sale e ad impasto quasi formato uniamo l'olio a filo.
      Si può fare sia a mano che con un'impastatrice, otterrete un impasto molto sodo e sostenuto.
      Una volta formato l'impasto, lo avvolgete a palla e mettetelo in una ciotola leggermente unta coperto da pellicola.



       Lasciate lievitare sino al raddoppio.


      A questo punto dovete dividere la massa in due parti, formate 2 palle cercando di sgonfiare l'impasto il meno possibile, trasferitele nei cocci leggermente oleati,




      coprite con pellicola appena unta, in questo modo non vi si attaccherà alla superficie del pane e lasciate lievitare sino al raddoppio.








      Spennelliamo la superficie con del tuorlo d'uovo mescolato ad un po' di latte e spolveriamo con i semini.











      Cottura:
      Forno preriscaldato ventilato  a 200° per 30-40 min. se vedete che il pane inizia a colorirsi troppo coprite la superficie con l'alluminio.
      Una ricetta molto semplice, che si prepara in poco tempo ma che richiede la dolce e lunga attesa, tipica  della lievitazione naturale....




      Con questa preparazione partecipo alla raccolta  di Panissimo una bellissima iniziativa ideata da Sandra e Barbara.




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